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La fine dei motori di ricerca

Ci troviamo forse alla fine dei motori di ricerca?

Google Search, il fiore all’occhiello dell’azienda californiana, nonché il metodo più usato dall’uomo per la ricerca di informazioni, sta sperimentando grossi problemi. Questi problemi minacciano l’essenza stessa della rete così come noi la conosciamo; se continueranno a crescere incontrollati le conseguenze saranno consistenti e di ampia portata. Collettivamente questi problemi si chiamano Materia Oscura (Dark Matter).

Cos’è la Materia Oscura?
La Materia Oscura indica la somma complessiva delle cose nella rete che i motori di ricerca non possono vedere, indicizzare o ricercare. Più Materia Oscura viene immessa in circolazione, più sarà nero il futuro di Google. Si tratta di informazioni sepolte tra le pieghe delle app, dei social network e dei sistemi ad architettura single-page.

La ragione per la quale la Materia Oscura è così pericolosa e difficile da fermare è che la tecnologia che ne è responsabile è diventata indispensabile alla vita moderna. Questo trend potrebbe eclissare interi bacini di informazione, portando non solo al decadimento di Google Search, ma al confinamento dell’informazione all’interno di feudi internet privati.

Possiamo sapere quanta Materia Oscura Esiste? Come per il suo omonimo in astrofisica, è difficile da stabilire con precisione. Quello che si può fare è misurare l’impatto della Materia Oscura sui mercati internet adiacenti. Per esempio se si guarda alle entrate finanziare di Google per quanto riguarda il search advertising, il problema si illumina con chiarezza. Sin dai primi passi negli ultimi anni ’90, Google Search si è ritagliato incassi sempre crescenti nel settore del search advertising. Nel 2016 improvvisamente IAB(Interactive Advertising Bureau) ha lanciato la bomba: ha riportato che le revenues per la pubblicità, la più grossa fonte di denaro per Google, stanno osservando per la prima volta un segno negativo, mentre Facebook, il più grande generatore di Materia Oscura nel mondo, segna il suo più grande incremento nei guadagni di tutti i tempi.

Cerchiamo di descrivere meglio come e dove viene prodotta la Materia Oscura.

Social Networks
I social network hanno oggigiorno una estensione enorme in internet. Il 31% della popolazione mondiale possiede almeno un account su un social network. La quantità di informazioni che vengono pubblicate è di conseguenza grandissima. Ogni 60 secondi, quasi 4 milioni di post sono pubblicati su Facebbok, Twitter e Instagram. Durante quegli stessi 60 secondi Google processa 3 milioni di ricerche.

Questi social network sono a controllo privato. Su Facebook al momento è possibile cercare, ma Mark Zuckerberg potrebbe decidere in ogni momento di rendere i contenuti di Instagram, ad esempio, non disponibili ai motori di ricerca esterni, trasformando all’istante un’enorme area di informazioni in Materia Oscura. Twitter potrebbe evitare che determinati tweet appaiano nei risultati delle ricerche. Ognuna di queste piattaforme social ha il potenziale per diventare una sorta di “rete chiusa”.

Mobile Apps
Le mobile apps hanno definito uno standard per l’utilizzo nella vita moderna di sistemi in mobilità. Il problema è che esse sono totalmente isolate dal web “ricercabile”. I crawlers dei motori di ricerca non hanno accesso hai dati generati e collezionati nelle app, cioè il contenuto all’interno di esse è, per costruzione, non disponibile alla ricerca.

In altre parole, tranne alcune eccezioni, le informazioni che ognuno di noi inserisce nel proprio telefono sono Materia Oscura. E’ stato stimato che le persone spendono mediamente l’85% della propria “vita digitale” sul proprio smartphone, intrappolando di conseguenza sempre di più le loro “vite connesse” dentro delle “isole non connesse”.

Architetture Single-Page
Le alternative web alle app native fanno molto poco per risolvere il problema. La rete è piena di siti single-page e apps web. Indubbiamente soluzioni single-page minimaliste sono molto gratificanti dal punto di vista estetico e dell’usabilità e per questo sono diventate enormemente diffuse, ma purtroppo anch’esse vivono nelle loro bolle isolate per quel che riguarda la ricercabilità dei contenuti. Questo perché i dati nelle soluzioni single-page non risiedono sotto forma di file HTML individuali, ma sono resi fruibili da codice eseguibile JavaScript il quale è ovviamente senza significato per i motori di ricerca tradizionali.

Ad onor del vero bisogna dire che Google ha aggiornato la tecnologia dei suoi crawler in modo da poter estrarre dati “schermati” da codice JavaScript. Il problema è che un sistema del genere, affinchè sia ricercabile, deve essere costruito “come Google vuole”. Aldilà del fatto che molte aziende non vogliono costruire i propri sistemi single-page “come Google vuole”, la vera domanda è: cosa succede allora se si vuole usare altri motori di ricerca come Bing o DuckDuckGo? La risposta è ovvia: gli utenti vedranno sempre più ristretta la propria “libertà on-line”.

Il Futuro
Da quanto detto sin’ora la conclusione sembra ovvia: i motori di ricerca, così come li conosciamo oggi, collasseranno sotto il peso della Materia Oscura. Tuttavia non crediamo veramente che finirà così, i due scenari più realistici sono invece i seguenti:

A. Google rimane, il mondo si piega ai suoi voleri e i generatori di Materia Oscura cambiano. Le app native rivoluzionano la propria natura e diventano SEO-friendly od addirittura si spostano nel web, le soluzioni single-page vengono costruite con la priorità di rendere ricercabili i propri dati ed i social network si aprono ai motori di ricerca.
B. Google Search come lo conosciamo muore e qualcosa di nuovo nasce per rimpiazzarlo, qualcosa che può cercare nella Materia Oscura.

Naturalmente, come quasi sempre succede nel mondo della tecnologia, i cambi di paradigma non accadono in maniera brusca dopo un singolo “eureka!” di qualche scienziato, ma sono piuttosto delle evoluzioni graduali.

Il prossimo decennio sarà caratterizzato da una grande battaglia tra le maggiori aziende di tecnologia per accaparrarsi per primi il dominio della strada verso la quale il mondo si muoverà in conseguenza all’evoluzione dei motori di ricerca.

Google si sta attrezzando con delle acquisizioni, come quella recente di Fabric.

 

articolo originale: techcrunch.com

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