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Apple e la salute digitale

Apple è il gigante della tecnologia che più di altri sta dando priorità alla “salute digitale”. Ieri alla Developer Conferenceha annunciato una serie di nuovi tools che permetteranno agli utenti di iOS di tenere sotto controllo quanto tempo spendono sui loro dispositivi, imporre un limite temporale sull’utilizzo di app, controllare le “distrazioni da notifica” e, infine, controllare l’uso dei dispositivi da parte di bambini.

Nella versione di iOS in arrivo, la 12, Apple includerà una serie di funzionalità dedicate alla salute digitale, cominciando con un upgrade del “Non Disturbare” per aiutare le persone che hanno l’abitudine di controllare i loro iPhone di notte, venendo disturbati dalle eccessive notifiche. Si tratta, in altre parole, di una funzionalità che permette di configurare in quali fasce orarie iOS deve mostrare le notifiche.

salute digitale

La nuova versione del “Non Disturbare” includerà anche un wakeup screen, similmente scarno di notifiche, in modo che l’utente possa entrare nella giornata in maniera “easy” e graduale.

Nel frattempo Apple sta anche introducendo nuovi modi per gestire le notifiche. Siri sarà in grado addirittura di dirti quali notifiche dovresti spegnere, in base a quali app stai usando con più o meno frequenza.

La novità più utile in merito alle notifiche è, probabilmente, il supporto a quelle di gruppo che permetterà di raggruppare le notifiche non solo per app, ma anche per topic/thread.

Un altro filone importante è quello del reporting di quanto tempo si spende ad utilizzare i propri dispositivi. Ci sarà un report settimanale che mostra quanto il dispositivo sia stato usato durante la settimana. Questo report permetterà di sapere su quali app si spende più tempo e in quali giorni, il tutto finalizzato al miglioramento della propria salute digitale.

La cosa interessante è che sarà possibile impostare dei limiti temporali massimi per le app che portano via più tempo o comunque quelle il cui utilizzo si vuole tenere più sotto controllo. Quando il limite viene raggiunto, si riceverà un alert e, quando infine il limite sarà sorpassato, verrà mostrata una schermata di “Time Up”. Ovviamente sarà possibile estendere questo tempo qualora ce ne fosse bisogno, ma l’importante è avere la consapevolezza di quanto del nostro tempo viene “risucchiato” da app come Facebook, Instagram etc.

Non mancherà la possibilità per i genitori di controllare lo “screen time” dei propri figli grazie ad una funzionalità che mostrerà un report di attività su un device terzo, plausibilmente quello del proprio figlio/i, con inclusa un’opzione per dare e revocare permessi di uso di certe app. Sarà possibile configurare tutto questo, da parte dei genitori, da remoto sul proprio smartphone, dice Apple.

Apple non è la prima tech company ad acquisire consapevolezza delle proprie responsabilità riguardo “la dipendenza da dispositivo”. Anche Google circa un mese fa aveva presentato la nuova linea di tools per gli utenti Android con funzionalità relative alla salute digitale. Facebook ha introdotto da un po’ messaggi ed alert sul news feed (sia per Facebook che per Instagram) sempre volti a tenere sotto controllo la dipendenza dell’utente.

L’idea di base è che le persone non sanno qual’è il limite che divide un uso normale della tecnologia da un uso che assume caratteri di dipendenza. Mentre da una parte ci stiamo avviando verso una condizione di “connessione perpetua”, con dispositivi sempre più veloci ed app sempre più “intriganti”, dall’altra parte non è maturato un senso di “benessere digitale” che permetta di moderare ed inquadrare in dei canoni precisi le nuove abitudini in relazione alla tecnologia con conseguenze nella vita di tutti i giorni sempre più evidenti.

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In conclusione la creazione di una nuova cultura rispetto all’uso della tecnologia, grazie a strumenti per misurare il “tempo speso” ed individuare sessioni ripetute di astinenza come metrica di successo, è qualcosa di cui tutti noi, si proprio tutti, abbiamo bisogno e della quale indubbiamente beneficieremo.

 

 

 

Articolo originale: techcrunch.com

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